Tombe sicule – Poliporto
L’area di San Nicola, a nord dell’abitato, mostra delle Tombe a incinerazione che si fanno risalire ai Siculi, popolo indoeuropeo che, dalle Alpi, scese fino all’isola cui diede il nome. Ma Tucidide afferma che ancora ai suoi tempi (V secolo a.C.) c’erano dei Siculi nella nostra regione.
Nella stessa area emergono a volte i resti di un insediamento greco e romano, noto come Poliporto. Si possono ammirare, sotto le onde del mare, anche con attrezzature da dilettanti. È probabile fosse un centro di approdo e commerci, sia con Scillezio – Scolacio, sia con Kaulonia; e, attraverso i fiumi, con l’interno.
Si notano cospicui segni di riuso, con cavità artificiali regolarmente scavate in forma circolare, probabilmente al fine di ricavarne salmarino; altri pensano a macine.
Pur non citata in fonti antiche, Poliporto dovette partecipare in qualche modo alle frequenti guerre tra Crotone e Locri; alla Seconda guerra punica; per trascorrere poi i lunghi e prosperi secoli della pace romana, venendo lambita dalla strada che da Castra Hannibalis (Alto Golfo di Squillace) portava a Vibo colonia Valentia. In località Mortara venne alla luce una tomba di soldato romano; a Santicelli, una casa di età greca. E forse la fontana di Caramante significa, in greco, Testa profetica.