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Cosa visitare a Soverato?

Tombe sicule – Poliporto

 L’area di San Nicola, a nord dell’abitato, mostra delle Tombe a incinerazione che si fanno risalire ai Siculi, popolo indoeuropeo che, dalle Alpi, scese fino all’isola cui diede il nome. Ma Tucidide afferma che ancora ai suoi tempi (V secolo a.C.) c’erano dei Siculi nella nostra regione.

 Nella stessa area emergono a volte i resti di un insediamento greco e romano, noto come Poliporto. Si possono ammirare, sotto le onde del mare, anche con attrezzature da dilettanti. È probabile fosse un centro di approdo e commerci, sia con Scillezio – Scolacio, sia con Kaulonia; e, attraverso i fiumi, con l’interno.

 Si notano cospicui segni di riuso, con cavità artificiali regolarmente scavate in forma circolare, probabilmente al fine di ricavarne salmarino; altri pensano a macine.

 Pur non citata in fonti antiche, Poliporto dovette partecipare in qualche modo alle frequenti guerre tra Crotone e Locri; alla Seconda guerra punica; per trascorrere poi i lunghi e prosperi secoli della pace romana, venendo lambita dalla strada che da Castra Hannibalis (Alto Golfo di Squillace) portava a Vibo colonia Valentia.  In località Mortara venne alla luce una tomba di soldato romano; a Santicelli, una casa di età greca. E forse la fontana di Caramante significa, in greco, Testa profetica.

Soverato “Vecchiu”

Compare in un testo del 1096 il toponimo Suberatum; e, poco dopo, in greco, Σουβεράτον, che, in pronunzia medioevale, fa proprio “Suveraton”, molto simile al dialetto. Il borgo era sito sopra una collina oblunga, e, come oggi appare dai resti, fortificato con mura e due torri. Si riconoscono una chiesa Matrice, una di S. Caterina d’Alessandria, la Corte e varie abitazioni e botteghe. È stata ritrovata una laura eremitica. La tradizione ricorda anche la Grotta dei Regnanti, dove si riunivano i Sette cavalieri di spada a decidere le sorti del paese.

 È una visita che vale l’arrampicata, premiata infine dallo spettacolo dell’intero Golfo. Attenti al Fantasma del Fabbro. Secondo alcuni, era un uomo onesto ingiustamente calunniato; secondo altri, colpevole di furto. Morì, condannato da Cicco Petro, alle Forche; e il suo spettro ogni tre lustri compare.

Il Beltrame

È un piccolo torrente, ma porta con sé l’eco di antichissima poesia. Quando Carlo Magno venne, con il giovanissimo Orlandino, a combattere i Saraceni, Ruggero di Risa (Reggio), valoroso cavaliere, s’innamorò, riamato, di Guarnicella, donna guerriera figlia del re nemico. Convertita che fu, la sposa; ma, innamorato a sua volta di lei, il fratello uccide Ruggero. Nascono da Guarnicella però due gemelli, Marfisa e Ruggero, e questi sarà il capostipite degli Estensi, come cantano il Boiardo e l’Ariosto. Il fratello assassino, eccoci quindi anche noi, si chiamava Beltrame

Pietà

Pieta Gagini

Il convento della Pietà oggi per traversie settecentesche passato in agro di Petrizzi, fu fondato, forse su costruzioni preesistenti, dall’agostiniano Francesco Marini da Zumpano. Per dono del nobile Giovanni Martirano d’Aquino, il convento, nel 1521, accolse la Deposizione mormore, detta Pietà, opera di ANTONII GAGINI PANORMITAE, il celebre scultore Antonello Gagini di Palermo, che con quell’iscrizione latina la firmò.

 La Pietà ricorda in qualche modo il lavoro michelangiolesco che si ammira in Vaticano, ma se ne discosta e per lo schema, e per maggiore intensità del dolore della Madonna, e per l’arte, propria del Gagini, del panneggio. Gravemente danneggiata dal sisma del 1783, è stata restaurata nel 1967, ed è degnamente conservata nel Duomo dell’Immacolata.

 Due leggende accompagnano la lunga storia. Una nave, affondata nello Stretto, trasportava un grande blocco di marmo; lo Zumpano la fece riemergere, e ottenne il marmo in offerta, da lì ricavando la Statua. Dopo il terremoto e l’abbandono del convento, divampò lite tra Soverato e Petrizzi: la Pietà venne posta su un carro a buoi senza conducente, che prese da solo la via di Soverato.

Altre opere d’arte dell’Addolorata

Il Duomo mostra un mirabile Crocifisso ligneo, del barocco calabrese; una formella del Vir dolorum e della Passione, detta Ecce Homo, opera di stampo gaginesco; quanto rimane dell’antico altare; un busto di granito raffigurante forse sant’Agostino; statue di arte popolare di Sacro Cuore, s. Alfonso de’ Liguori, s. Francesco di Paola, s. Giovanni Battista, s. Giuseppe, s. Lucia, s. Rocco, ss. Medici Cosma e Damiano; il Trittico della “Cumprunta” (Incontro di Pasqua). Particolarmente suggestiva è la statua dell’Addolorata, patrona dell’intera Soverato, adorna, durante di festa (15 settembre) di una preziosa veste ricamata d’oro.

Soverato Superiore, “Chianu”

Costruita in gran fretta dopo il 1783, Soverato Superiore è ricca di scorci intricati e pittoreschi. “U chianu”  è un piccolo giardino, adatto anche a spettacoli e convegni culturali.

 Poco distante, scendendo, si venera la Statua di s. Gerardo Maiella.

Giardino botanico

È una macchia mediterranea con specie arboree tipiche [FOTO], frequentato da chi ama il verde, e adibito a volte a manifestazioni e matrimoni. In mezzo agli alberi, quattro piazzole di artiglieria, cui si deve il nome dialettale di “Chianu d’a Batteria”, e che entrarono in azione almeno due volte, colpendo un sottomarino inglese e un aereo USA.

Istituto Salesiano

Fondato nel 1908, ingrandito negli anni 1930 e 1950, è sede di Media e Liceo salesiani, e di un corso universitario. La chiesa di S. Antonio è ornata di raffinati mosaici.

Torre

Le torri di avvistamento, dette le Cavallare, vennero poste nel XVI secolo a difesa della costa dai pirati turchi. Quella di Soverato era detta di Galilea, per la processione delle Statue nei giorni dopo Pasqua. Privatizzata, come le altre, nel 1863, ricostruita in stile neogotico, venne ribattezzata di Carlo V.

Castello

A protezione dei traffici, venne eretto un piccolo castello, la Torre di Poliporto, poi passato attraverso riusi e varie proprietà; ma l’occhio attento vi scorge torrioni e spalti. Si narra di un cunicolo che portava segretamente alla torre Galilea.

Chiesa del Rosario

Risalente ad almeno il XVII secolo, e dopo varie traversie, venne ricostruita tra il 1904 e il 10; nel 1941 fu sede parrocchiale come Immacolata; oggi è detta del Rosario. La facciata è neogotica; l’interno, con altari laterali e statue, è ornato di affreschi del Primo Novecento.

Palazzi

Mentre diveniva Marina di Soverato, la zona costiera vedeva sorgere imponenti austeri palazzi umbertini, datati attorno al 1880; negli anni 1920-30, seguirono più vivaci e policromi palazzi liberty e neoclassici.

Piazza Maria Ausiliatrice

Tra Municipio e Parrocchia, svetta la statua della Madonna salesiana, posta in opera nel 1954. La chiesa dell’Immacolata è sede parrocchiale. Di forma simbolicamente ottagonale, è ornata di un grande mosaico della Madonna, e raffigurazioni sacre nelle pareti.

 In via S. Giovanni Bosco, l’Istituto delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, con Scuole di ogni grado.

Edifici pubblici

Nella zona nuova di via Amirante sono, assieme ad abitazioni, Scuole, Palazzetto dello sport, Stadio, Teatro comunale e altri edifici. In città sono presenti Compagnia dei Carabinieri, Tenenza di Vascello, Tenenza di Finanza, Vigili del fuoco, Distaccamento di Polizia e Comando Vigili Urbani.

Pinete

Soverato vanta a buon diritto una vasta superficie verde, in particolare pinete mediterranee quasi sulla spiaggia. Ciò ha positivamente influito sul clima, che non è quasi mai afoso.

 Il Lungomare, risalente nel primo nucleo al 1960 e andato crescendo negli anni, è in gran parte pedonale e perciò luogo di socializzazione.Lo circondano stabilimenti balneari.

Cosa visitare da Soverato

La città è sita al centro dello Ionio. Il turista curioso può recarsi, senza troppa distanza, a visitare alcuni luoghi rilevanti per la storia civile e artistica della Calabria:

Scolacium (Roccelletta di Borgia), km. 17, area archeologica e museo;

Badolato, km. 18, borgo medioevale;

Cropani, km. 40, Collegiata;

Crotone, km. 80, area archeologica, museo, castello;

Kaulon, km. 25, area archeologica e museo;

Mongiana, km. 45, Ferriere borboniche e Parco naturalistico;

Severina, km. 78, castello, cattedrale, museo;

Serra S. Bruno, km. 35, Certosa, chiese, palazzi, boschi;

Squillace, km. 20, con castello, cattedrale e palazzi nobiliari;

Stilo, Bivongi, Pazzano, km. 40: castello, Cattolica, S. Giovanni Theresti, Grotta di Monte Stella;

Taverna, chiese e pinacoteca di Mattia Preti;

Tiriolo, km. 30, castello, palazzi, Antiquarium.

Ultima modifica: venerdì, 28 giugno 2024

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